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Leggere la Parola di Dio durante le celebrazioni eucaristiche e durante alcuni momenti di preghiera è un servizio delicato, puntuale e degno di attenzione e rispetto. Si tratta di prestare la voce a Dio affinché la sua Parola giunga al cuore dei presenti, affinché il messaggio sia accolto da chi ascolta. Dio si serve di noi per comunicare se stesso, la sua volontà, il suo insegnamento contenuto nella sua Parola. Per cui è importante la fedeltà per non distorcere la verità del contenuto.
Il lettore, pertanto, si presenta come un trasmettitore, un portavoce di ciò che non è suo. La sua missione, seppur breve e contenuta, sia quella di sentirsi in quel momento uno che presta la propria voce a Dio, senza nulla aggiungere e nulla togliere, senza storpiare ciò che sta leggendo.
Pertanto sia sollecito a svolgere bene questo servizio: ciò comporta che si prepari bene la lettura anzitempo (non all’ultimo momento) per non essere frettoloso, per evitare errori, per non imbattersi in termini difficili, per rispettare la punteggiatura, per leggere con gusto e senso. L’ascoltatore sia messo nella condizione di sentire bene, di capire il contenuto, di accogliere volentieri il messaggio ed essere aiutato a memorizzarlo per i giorni a seguire. In questo modo sarà agevolato anche nell’ascolto della riflessione che il celebrante proporrà per spiegare e attualizzare la Parola di Dio ascoltata.
La Parola di Dio non è nostra: è di Dio. Per cui è scorretto leggere con enfasi personalizzando la lettura con forme intimistiche e individuali, intercalando con stati d’animo e toni personali ed emotivi. Si legga con naturalezza, dolcemente, senza aver fretta di finire, tenendo presente che non stiamo leggendo una pagina di giornale o un romanzo, ma la Parola di Dio, che deve riscaldare, educare, ammansire, addolcire i cuori e invitare alla conversione, alla sequela di Cristo, alla fedeltà.
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